L’osmolarità

La tonicità di una lacrima “normale” è per lo più definita dal suo contenuto, l’indice di Osmolarità, che misura la concentrazione dei soluti all’interno del Film Lacrimale (strato di lacrima che ricopre la superficie oculare). L’osmolarità indica la concentrazione di materiale che fornisce nutrimento al film lacrimale, quindi si può immaginare come un’onda che colpisce uno scoglio marittimo. Successivamente all’impatto con l’onda all’interno della roccia rimangono delle pozze d’acqua che in seguito all’irradiazione solare ed evaporazione rilasciano nelle irregolarità dello scoglio il soluto dell’onda, il sale. Lo stesso fenomeno si riscontra anche a livello oculare, sopratutto se associato ad un’ipoproduzione o a una scarsa qualità dello strato lipidico del film lacrimale, che porta all’evaporazione dello strato acquoso sottostante rilasciando sulla superficie cellulare il soluto e danneggiando cosi lo strato cellulare corneale.
L’osmolarità risulta essere un importante Biomarcatore, cioè un valore che indica lo stato di salute della superficie corneale. Un valore  fuori dei limiti della norma indica un decadimento dei meccanismi omeostatici, che causa un film lacrimale deteriorato e un potenziale danno alla superficie oculare. L’indice di osmolarità non è solo un fattore rilevante nella patologia dell’occhio secco (Dry Eye) ma bisogna definirlo come “Marker” della salute del film lacrimale,  come la glicemia è indice dello stato di salute dei pazienti diabetici.
Quindi il marker è un valore numerico che indica una situazione specifica. Una possibile domanda da porsi a questo punto potrebbe essere: cosa succederebbe se aumentasse l’osmolarità? Ecco, se l’osmolarità dovesse incrementare, cioè se aumentasse la quantità di soluto all’interno delle lacrime rispetto al valore soglia, diventerebbe tossica e danneggiarebbe le cellule dell’epitelio corneale, più nel dettaglio i microvilli delle cellule dell’epitelio, cioè quelle micro-strutture che mantengono i liquidi sulla superficie corneale ed assorbono le sostanze nutritive. L’ipersalinità del film lacrimale crea un danno ai microvilli,  poiché porta alla morte di queste strutture e quelle nuove che si formeranno,  in sostituzione delle precedenti, è possibile che crescano con una funzione ridotta e saranno incapaci di mantenere il film lacrimale intatto sulla superficie corneale creando fastidio, bruciore, occhio irritato e senso di stanchezza. In casi avanzati di iperosmolarità invece, non si avrà più il ricambio delle cellule e di quelle strutture adibite al mantenimento della nutrizione della cornea, quindi si verificherà una cronicizzazione di secchezza oculare che potrà solo essere tamponata. Lo stesso marker che indica la gravità del danneggiamento della struttura del film lacrimale diventa anche la causa che alimenta il processo  di alterazione della superficie corneale.
I valori di osmolarità affinché un film lacrimale venga definito “nella norma” devono esser sotto i 300 mOsm/l (milliosmoli al litro). Quando il valore di osmolarità risulta essere maggiore dei limiti di norma, significa che si ha un danno del film lacrimale, e si verifica la condizione di Iperosmolarità, in cui la concentrazione di soluto è maggiore del solvente (acqua) e crea tossicità alla cornea, con conseguente riduzione produttiva e qualitativa di lacrime portando alla comune situazione di “Occhio Secco”.
Il test dell’osmolarità è un estremamente attendibile poiché si è evidenziato che il valore di osmolarità, tra tutti i test comunemente usati per la diagnostica di una condizione di Dry-Eye, non è variabile in modo significativo e mantiene una sua costanza di significatività.
È rilevante ricordare che il valore di osmolarità non risulta essere sufficiente per fare una corretta e precisa diagnosi di Dry-Eye e per determinare una specifica terapia, ma di per se, come tutti gli altri test diagnostici del film lacrimale, non è soddisfacente  per una diagnosi di occhio secco ma devono essere associato ad altri test.
Si è rivelato che uno dei fattori che ha un’elevata incidenza sull’occhio secco è l’infiammazione.
L’infiammazione è una conseguenza dell’occhio secco ma risulta essere anche causa risultate della malattia stessa, come l’ipo/iperosmolarità, entrambe determinate della malattie ma allo stesso tempo alimentano la patologia stessa.
Bisogna tenere conto che il ruolo dell’infiammazione del film lacrimale come si ripercuote a livello sistemico, lo fa  anche a livello oculare con il medisimo criterio, quindi si verifica un danno cellulare con rilascio di mediatori dell’infiammazione, un’aumento della concentrazione di cellule infiammatorie e di mediatori, un aumento dell’osmolarità del film lacrimale e come esito finale si ha un danno cellulare progressivo; dove ancora l’osmolarità rientra come elemento cataletico del danno della Sindrome di occhio secco.